pet industry

In Cina esplode il mercato del pet e degli animali domestici

29 Ott 2021


L’economia cinese sta vivendo una robusta ripresa dopo lo stop dovuto alla pandemia di COVID-19: tra i mercati in espansione c’è senza dubbio la pet industry, ovvero la vendita di tutti i prodotti e servizi legati agli animali domestici.

Si tratta di un vero e proprio boom, che ha visto nascere e prosperare shop fisici e digitali dedicati ai migliori amici dell’uomo: dalle crocchette all’abbigliamento, dai trattamenti veterinari agli accessori, gli proprietari cinesi (aumentati del 300% dal 2013 al 2020) fanno di tutto per i propri animali.

Entro il 2023, il settore dovrebbe raggiungere gli 83 miliardi di dollari di fatturo: un mondo di occasioni anche per chi opera dall’Italia.

Le tendenze del mercato legato agli animali domestici

Il settore pet è entrato in una consistente fase di espansione, sia per il crescente numero di persone desiderose di avere un animale domestico, sia per la maggiore attenzione dedicata agli stessi rispetto al passato. Fatturato e partecipanti attivi sono triplicati nell’ultimo quinquennio.

La sensibilità personale e sociale si sono evolute, così come i consumatori: l’esplosione sta coinvolgendo i marchi locali ma anche i brand internazionali capaci di ritagliarsi il proprio spazio in un mercato ampio e foltissimo, soprattutto nel segmento del food. I proprietari di animali domestici in Cina apprezzano la possibilità di acquistare prodotti tramite e-commerce dedicati e aggregatori, ambito che anche nel biennio pandemico non ha subito contrazioni.

Le previsioni parlano di un ulteriore valore triplicato entro il 2025, grazie all’incremento di animali in circolazione: attualmente, circa il 20% dei cinesi in area urbana ne possiede almeno uno, contro il 67% degli americani e il 44% dei britannici.

Questo pubblico è meno eterogeneo di quel che si potrebbe pensare: l’88% è composto da donne, il 50% appartiene ai millennial nati dopo il 1990 ed è spesso (57%) di educazione universitaria o post universitaria. Insomma, si tratta soprattutto di giovani digitalizzati che vivono in medie e grandi aree urbane, disposti a coccolare il proprio animale.

Il pet food sarà il traino dell’intero settore

Locomotiva di tutto il comparto pet è senza dubbio il cibo per animali, che rappresenta il 55% del fatturato complessivo, mentre servizi annessi e prodotti assortiti si fermano rispettivamente al 25% e al 20%.

Il food è sia il segmento più sviluppato del mercato, sia l’area in più rapida crescita, con investimenti ingenti che mirano a differenziare e verticalizzare un’offerta che si sta allargando a dismisura, a un ritmo mai visto prima. Ad affermarsi in questo frangente sono soprattutto marchi cinesi, grazie a strategie aggressive e organizzate localmente. I grandi brand internazionali, come Nestlè e Mars che constano complessivamente di un fatturato sopra i 250 milioni di dollari in Cina, pur detenendo una interessante quota di mercato sembrano essere in parabola discendente.

Inoltre si stanno sviluppando dei prodotti d’eccellenza destinati al segmento più alto del mercato, quello che potremmo chiamare pet food extra lusso, che tende a spingere i marchi locali a concentrarsi sempre di più su frammenti specifici del pubblico, spartendosi il settore ed evitando di puntare alla massa dei consumatori.

Sforzi mirati, profitti in forte crescita, limitazione del raggio d’azione (geografico e di prodotto): questa sembra essere la strategia di business dei brand emergenti, che negli ultimi anni si sono fatti notare e hanno raggiunto la notorietà tra i padroni di cani e gatti all’ombra della Grande Muraglia. Il fattore determinante che ha permesso a questa strategia di dipanarsi è soprattutto uno: internet.

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Il web come snodo cruciale del mercato

Un pubblico di riferimento giovane, scolarizzato e principalmente residente in aree urbane, non può che concentrare le proprie attenzioni e i propri acquisti sulle piattaforme digitali: il 90% dei prodotti consumabili legati al pet market nell’ultimo anno sono stati cercati e comprati online. Oltre il 50% del cibo per cani e gatti è venduto via e-commerce e ancor più significativi sono i numeri per l’abbigliamento e i gadget.

E se l’emergere dei marchi locali ha posto un freno all’espansione dei colossi multinazionali, la fiducia nelle aziende straniere del settore (come per altri ambiti come i prodotti per la prima infanzia) è ancora forte e consente – grazie alla digitalizzazione dei processi di promozione e vendita – agli attori più decisi di ritagliarsi il proprio ruolo.

Il pet market in Cina, una questione di fiuto

Questo sembra essere dunque il frangente giusto per entrare in un mercato in mutamento, che evolve verso nuove forme di consumo e, grazie al web, permette di trovare un pubblico prima irraggiungibile, di raccontarsi e anche di vendere direttamente.

Per affrontare un pet market così frammentato, è necessario costruire operazioni strutturate e scalabili, che si tratti di segmenti di nicchia o di massa: in questi ultimi c’è più potenziale d’ingresso per le realtà meno esperte, ma è il comparto premium a crescere più in fretta, con alto potenziale per i brand consolidati e capaci di investire in innovazione.

Una articolata presenza online è destinata a fare la differenza: dunque, impossibile non operare in modo coordinato su WeChat, i principali social network e marketplace. Vendere via web significa avere una logistica adeguata e una supply chain capace di soddisfare le esigenze di un mercato specifico, in un territorio vastissimo. All’intuizione, serve abbinare un business plan adeguato, un approccio fresco e dinamico, una buona dose di sano entusiasmo.


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